Antony Gormley, SLUMP II, 2019.
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Cybernetic Culture Research Unit

Il Numogramma Decimale

H.P. Lovercraft, Arthur Conan Doyle, millenarismo cibernetico, accelerazionismo, Deleuze & Guattari, stregoneria e tradizioni occultiste. Come sono riusciti i membri della Cybernetic Culture Research Unit a unire questi elementi nella formulazione di un «Labirinto decimale», simile alla qabbaláh, volto alla decodificazione di eventi del passato e accadimenti culturali che si auto-realizzano grazie a un fenomeno di “intensificazione temporale”?

K-studies

Hypernature. Tecnoetica e tecnoutopie dal presente

Avery Dame-Griff, Barbara Mazzolai, Elias Capello, Emanuela Del Dottore, Hilary Malatino, Kerstin Denecke, Mark Jarzombek, Oliver L. Haimson, Shlomo Cohen, Zahari Richter
Nuove utopieTecnologie

Dinosauri riportati in vita, nanorobot in grado di ripristinare interi ecosistemi, esseri umani geneticamente potenziati. Ma anche intelligenze artificiali ispirate alle piante, sofisticati sistemi di tracciamento dati e tecnologie transessuali. Questi sono solo alcuni dei numerosi esempi dell’inarrestabile avanzata tecnologica che ha trasformato radicalmente le nostre società e il...

KABUL al The Critters Symposium
Project, 27 October 2022
Collaborazione

KABUL al The Critters Symposium

La redazione di KABUL in dialogo con la collettiva Tracciamenti Instabili

28 ottobre,  20:30 al Lenz Teatro di Parma 

La redazione di KABUL passa da Parma per parlare con la collettiva Tracciamenti Instabili di femmininismi e del loro ruolo nella discussione sull’Antropocene. Il dialogo si svolgerà in occasione The Critters Symposium, con il collettivo Jan Voxel Digital Art, quarta azione del progetto triennale 22_24 BESTIARIO | Femminile Animale, a cura di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto ed esito pubblico del workshop “Un bestiario per l’antropocene”.

All’interno del Symposium verrà presentata la Critters Room «un progetto artistico multimediale e materico dedicato alle polveri sottili, agli altri abitanti invisibili dell’aria, alle loro inestricabili ed inaspettate relazioni con gli umani e la loro possibilità di continuare a vivere su questo pianeta e di immaginare un’arte nell’ (o dell’ ?) Antropocene. È un team di artist*, computer, attivist*, invertebrat*, stampanti, scienziat*, sensori, pollini, volontar*, che indaga insieme i tassi di inquinamento dell’aria, ed insieme immagina futuri (im-)possibili. È un esercizio di immaginazione che rende visibile l’aria: progetto di alleanza interspecie tra umani e non-umani; stanza di connessione con passati-mai-passati e futuri possibili; pratica amorevole di archiviazione fisica e digitale di invisibili mostri e fantasmi, a cui viene dato corpo e voce, canto e forma. Per sperare, insieme. L’invisibilità del particolato, delle polveri sottili che infestano la “motor valley” padana ci parla
della impossibilità attuale di identificare “un nemico”; della necessità di cambiare una narrazione lineare ed antropocentrica per farla diventare invece multispaziale, multitemporale, multidisciplinare.
La sua costituzione chimico-fisica (negli ambienti urbani si tratta in gran parte dei residui della combustione di idrocarburi fossili) rende manifesta l’impossibilità umana di percepire i tempi rilevanti dell’Antropocene, che sono quelli geologici e non (più) quelli storici. A causa della difficoltà cognitiva di percepire queste scale e queste compresenze, l’apparente stabilità dello stato delle cose ci inganna. Conosciamo i dati, vediamo le simulazioni, ma non cambiamo
paradigma cognitivo. Abbiamo bisogno della scienza e dell’arte insieme, per pensare su scale spaziali e temporali non umane. Di trilobiti e di centraline autocostruite che si avviluppano, di voci dell’attivismo ambientale che si uniscono al coro degli invisibili fantasmi e mostri catturati da un vetrino» (dal comunicato stampa).
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