Fernando Palma Rodríguez, “Techpactia tlen quipanoz ipan Milpa Alta?” (“Do you like what happens in Milpa Alta?”), 2011. “Tocihuapapalutzin” (“Our revered lady butterfly”), 2009. Courtesy l’artista. Foto: Andy Keate.
Diritti umani e diritti ambientali si trovano in un rapporto di reciprocità. Il manifestarsi degli effetti dell’Antropocene disvela quanto senza i secondi sia impossibile godere pienamente dei primi, e cioè quanto l’ambiente rientri negli affari umani e quanto turbarne i progetti insidi una crisi in risposta al nostro impatto (ambientale, politico, economico, sanitario). Quando si parla di diritti umani ci si ritrova incastrati in una dialettica di inclusione-esclusione: chi ne fruisce fino in fondo? Chi ne è perennemente escluso?
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, firmata nel 1948, accentra l’umano con l’effetto di relegare in una zona d’ombra altre entità con le quali conviviamo, alle quali siamo legati in dinamiche di interdipendenza. I diritti dell’ambiente, come quelli degli animali, non sono fini a se stessi, ma ci riguardano da vicino. La deforestazione dell’Amazzonia portata avanti dalle motoseghe capitaliste del presidente Bolsonaro non rappresenta una minaccia unicamente al cosiddetto polmone verde della Terra, ma attenta alla vita delle comunità indigene, che co-abitano quegli stessi luoghi insieme alle altre soggettività non umane: gli animali, la vegetazione, le risorse. Il lavoro di cura e partecipazione consapevole agli ecosistemi, condiviso con una più inclusiva comunità di attori, ci porta a mettere in discussione il concetto di polis e necessariamente quello di cittadinanza. Pensare comunità più ampie deve coincidere con l’assicurare il benessere di queste attraverso una cultura della giurisprudenza che ragioni in modo efficace sui diritti ambientali in quanto parte attiva per la piena maturazione dei diritti umani. I diritti delle comunità indigene sono diritti umani, ma queste comunità non sono formate esclusivamente da persone umane.
Dal 1972 a oggi, i diritti ambientali sono stati integrati nelle costituzioni di 153 stati, con la finalità di garantire un diritto costituzionale a godere di un ambiente salubre o sancito come forma di salvaguardia. Il First Global Report11https://www.unenvironment.org/zh-hans/node/24242
condotto dalle Nazioni Unite su legge e ambiente dichiara un diffuso fallimento nel rispetto e nel rinnovo delle misure introdotte dai singoli stati del pianeta e, al contempo, mette in luce il problema della criminalizzazione dell’attivismo per l’ambiente.

Mondo Mondano, Mondo Mondiale
Definirò qui, seguendo Michel Serres, natura come l’insieme di condizioni della natura umana, ovvero le condizioni in cui siamo nati e nelle quali moriamo.22Cf. Michel Serres, The Natural Contract, The University of Michigan Press, Ann Arbor, 1995.
Nella storia alcuni momenti hanno più di altri contribuito all’ispessimento del distacco tra natura e polis.“…Nella storia alcuni momenti hanno più di altri contribuito all’ispessimento del distacco tra natura e polis.” Serres individua tre occasioni di strappo: la prima è quella che si ha con la stipulazione del contratto sociale, un’idea filosoficamente popolare e risalente all’età moderna, al contempo offuscata dalle incertezze riguardo alla manifestazione dello stesso contratto: quando è stato firmato? Come si è realizzato? La rilevanza di questo momento è il significato assunto nell’abbandonare lo stato di natura e istituire uno spazio sociale, collocarsi nella dimensione della collettività sancita attraverso i documenti.
Il momento successivo passa attraverso la rivoluzione scientifica, incarnata da Galileo Galilei con il percorso di matematizzazione della natura – il cui libro è interamente scritto in caratteri matematici; si ha così l’affermazione di una certa interpretaz