Tradurre le immagini in parole.
Questo testo tratta di alcuni aspetti della ‘vita dopo la morte’ di due film. Entrambi sono stati girati in Jugoslavia ed entrambi sono celebri film partigiani, uno intitolato Valter brani Sarajevo (1972), l’altro Bitka na Neretvi (1969). Lo studio cinematografico dove Valter brani Sarajevo venne girato è andato distrutto durante l’ultima guerra bosniaca, ma sia questo film che l’ancora più leggendario Bitka na Neretvi le sono sopravvissuti. La loro esistenza nelle sale cinematografiche appartiene al passato, così come il paese dove sono stati prodotti. Tuttavia, circolano in giro per il mondo come home-video, come DVD o online. La vita dopo la morte, come Walter Benjamin una volta l’ha famosamente definita, è il regno della traduzione. Ciò si applica anche alla vita dopo la morte dei film. In questo senso, tale testo si occupa di traduzione, attraverso la trasformazione di due film, le cui pellicole originali si sono trovate coinvolte nella guerra e hanno subìto trasformazioni che includono trasferimenti, revisioni, traduzioni, compressioni digitali, ricombinazioni e appropriazioni.
Memoria

Mi sono imbattuta in questa immagine incompleta di un’insegnante donna mentre facevo ricerca per uno dei miei film. La vidi su uno schermo cinematografico al museo del cinema di Sarajevo, in cui la pellicola viene proiettata una volta all’anno per ventilarla e preservarla, come mi ha spiegato in seguito il proiezionista. Poiché intendevo usare l’immagine nel mio film, sono andata alla ricerca di una sua versione più completa. Tuttavia, durante la ricerca, ho scoperto che il punto non era più l’immagine in quanto tale: l’immagine aveva cominciato a dare risposte a domande che nessuno si era nemmeno posto. Domande come: cos’è un archivio? Cos’è la versione originale di un film? Qual è l’impatto delle tecnologie digitali nella traduzione? E quali gruppi di interesse vengono creati all’interno del limbo digitale dei network mediatici globali?
Più andavo avanti con la mia ricerca, più diventava chiaro che il taglio di quell’immagine non era un semplice errore o un caso sfortunato. Era stata tagliata perché forze specifiche l’avevano tirata fino a spingere una parte di essa in un hors-champ fuori scena, definito da fattori politici ed economici. All’interno di queste dinamiche contraddittorie di globalizzazione e post-comunismo/post-colonialismo, gli archivi si frammentano e si moltiplicano, alcuni diventano porosi e cominciano a perdere in alcuni punti, altri flettono e distorcono i loro contenuti. Mentre alcune immagini vengono distrutte una volta per tutte, altre non possono essere mai più cancellate.
35mm, color positive.
, una famosa pellicola sui partigiani jugoslavi girata nel 1969, con Orson Welles, Yul Brynner, Franco Nero e molti attori jugoslavi famosi. Racconta di una battaglia leggendaria combattuta sul fiume Neretva, in Bosnia, durante la Seconda Guerra Mondiale. I partigiani combatterono contro una mescolanza di fascisti tedeschi, italiani e croati, alleata ai nazionalisti serbi. La maestra appare quasi all’inizio del film, in una scena molto breve, ambientata in una scuola vicina ai territori liberati della Bosnia-Erzegovina. La maestra si gira verso i suoi studenti per compitare le parole che ha scritto sulla lavagna; la parola AVNOJ (Antifašističko V(ij)eće Narodnog Oslobođenja Jugoslavije), che indica i comitati di liberazione antifascista fondati nella Jugoslavia dei primi anni ‘40. Il significato intenzionale di questa scena potrebbe essere: i bambini vengono educati nello spirito del socialismo e dell’antifascismo. Oltre a ciò, la scena solleva questioni riguardanti l’insegnamento della scrittura e della lettura in quanto tali: cosa significa alfabetizzare? Significa imprimere significati pre-esistenti nelle menti di qualcuno o significa fornire strumenti per la creazione di nuovi significati?
Cultura nazionale
Ovviame