Henri Rousseau, La zingara addormentata, 1897.
«Sono una traveller, attivista e studiosa, impegnata nei movimenti femministi, queer e deep ecology, contro la guerra e il razzismo, per la salute e i diritti sociali. Con un passato come operaia in fabbrica, ho studiato da autodidatta conseguendo il diploma di maturità all’età di 22 anni. Laureata a Padova in Scienze Politiche, ho svolto ricerca-azione sulla salute delle lavoratrici, sulla prevenzione di patologie cancerose, respiratorie, legate al degrado ambientale, nelle comunità etniche a basso reddito, tra rifugiati/e e in contesti indigeni. Ho preso un dottorato in sociologia alla University of California di Santa Cruz, e insegnato Feminist Theory e Sociology of Sexualities. Qui ho imparato l’attraversamento cross cultural e delle barriere disciplinari, la pedagogia non autoritaria e l’importanza di intersecare variabili di classe, genere, razza/etnia/cultura, età, orientamenti sessuali, religione, status e diverse abilità, nella ricerca sociale».11Dal sito Bodypolitics. Politiche del corpo.
Queste sono le parole che Laura Corradi, docente presso Dipartimento di Sociologia dell’Università della Calabria, dove insegna Studi di genere e metodo intersezionale, utilizza per presentarsi.
Nel 2018, Corradi pubblica per Mimesis la traduzione italiana di Il femminismo delle zingare. Intersezionalità, alleanze, attivismo di genere e queer. Si tratta di un volume fondamentale che nasce, come lei stessa dichiara nella prefazione italiana, «dall’urgenza di richiamare l’attenzione sui nuovi fenomeni sociali, poco conosciuti in Europa e quasi inesistenti in Italia: l’attivismo di genere e le lotte femministe nelle comunità zingare».22L. Corradi, Il femminismo delle zingare. Intersezionalità, alleanze, attivismo di genere e queer, Mimesis, Milano-Udine, 2018, p. 11.
Il volume si inserisce nella letteratura di riferimento relativa alle ricerche intersezionali e di genere, con implicazioni nei settori disciplinari più strettamente collegati agli studi LGBTQIA+, ma è anche uno strumento politico per un attivismo militante. Il lavoro di ricerca di Corradi testimonia e analizza l’emergere di un femminismo intersezionale all’interno della comunità rom, la stessa alla quale appartiene, attraverso lo sviluppo di una riflessione critica e intersezionale su razza, potere e privilegio. Il tentativo di Corradi è pertanto quello di generare nuove posizioni teoriche legate al pensiero femminista antirazzista e che siano in grado di sfidare le pratiche di esclusione.
Laura Corradi.
«Mi sono chiesta: perché non prendere in esame la possibilità di costruire percorsi conoscitivi e competenze critiche a partire dal margine della Calabria e delle comunità rom che vivono nella regione? La magia ha funzionato e abbiamo discusso di storia e lingua romanes, affrontato i temi della comunicazione e della leadership di comunità, imparato a decostruire gli stereotipi, l’anti-zingarismo e l’hate speech – guardando anche alle forme interiorizzate di auto-odio e ai processi di resilienza in corso. Un piccolo esperimento negli interstizi dell’istituzione – imperversano discorsi criminalizzanti e rom-fobici nel governo e nei media. Una goccia nel mare, ma è la nostra goccia – segno della possibilità di un cambiamento positivo».33Corradi, cit., p. 15.
Laura Corradi si confronta con la storia e con la retorica razzista, zingarofobica o anti-zingara, attraverso la narrazione di tutti quegli stereotipi di cui è vittima la comunità rom, oppressa di molteplici forme di discriminazione che pervadono ogni livello della societ&ag