Crop Over, Sonia Boyce, 2007, 15′, two-channel video (production still: Mother Sally, collection: Barbados Museum and Historical Society.
Dal 13 settembre al 19 ottobre si è svolta a OGR, Officine Grandi Riparazioni Torino, l’iniziativa Dancing is what make of falling, un evento scandito in sei appuntamenti serali che hanno visto la proiezione di una serie di video d’artista e l’intervento di ricercatori e collaboratori all’interno di dibattiti e talk sugli argomenti affrontati dalla mostra.
Preso in prestito dal poeta e ricercatore Fred Moten, il titolo dell’evento trasforma “la caduta in una danza”, mostra un tentativo di osservare attraverso una diversa prospettiva tutto ciò che è considerato come “periferico”, “altro” rigettato dallo sguardo a difesa di immaginari precostituiti.

A partire da tali premesse, siamo stati parte attiva dell’evento collaborando con OGR attraverso una duplice modalità: da un lato abbiamo selezionato e tradotto per la prima volta in italiano alcuni testi che consideriamo oggi necessari per approfondire il dibattito sull’attuale movimento queer, individuato da noi come espressione più peculiare di quell’“altro” e “periferico” a cui l’evento di OGR fa riferimento. Di seguito il riepilogo dei 6 testi che abbiamo tradotto e distribuito gratuitamente nel corso di ciascuna serata:
- bell hooks, Selling hot pussy. Rappresentazioni della sessualità femminile nera nel mercato culturale, 1992.
- Tim Lawrence, Una storia di drag ball, house e della cultura del voguing, 2011.
- Emi Koyama, Il manifesto del transfemminismo, 2001.
- Jason Ritchie, Come si dice in arabo “fare coming out”? L’attivismo queer e la politica della visibilità, 2010.
- Jeffrey A. Tucker, “La contraddizione umana”: identità come/ed essenza nella trilogia Xenogenesis di Octavia E. Butler, 2007.
- Moya Bailey, Virilità omolatente e cultura hip hop, 2013.
Dall’altro lato, la nostra collaborazione con OGR è consistita nella registrazione (consultabile sul nostro sito) dei vari talk che si sono tenuti in occasione di ciascuna serata e nella stesura delle relative sinossi che riportiamo qui di seguito per orientare il lettore nella fitta e complessa trama di argomenti che sono stati trattati.
Per approfondire la prima parte del nostro contributo clicca qui.
Testi di Lisa Andreani, Simona Squadrito e Francesca Vason.
Dancing is what we make of falling #4
“Ontologia della spazzatura” e “capitalismo anale” sono i due macro temi introdotti dalla curatrice Lucrezia Calabrò Visconti per attraversare la visione di Dust Channel di Roee Rosen e Dump Queen di Goldschmied&Chiari.

La discussione parte da una riflessione su The Waste Land, il celebre poemetto di Thomas Stearns Eliot. Luogo di una terra infeconda, immagine del disagio della modernità e della morte senza ritorno, l’opera di Eliot vede come fondamentale la divisione del titolo in due parole. Secondo la curatrice della biblioteca di Harvard University la distanza tra i due termini, waste e land, sarebbe da considerarsi come catalizzante. Waste, infatti, rappresenta una situazione temporale, momentanea e precaria, mentre land